Il crescente interesse per le questioni animaliste in Italia trova conferma nei dati raccolti da Eurispes nel Rapporto Italia 2024. Le motivazioni che spingono alla riflessione su questi temi sono molteplici e ben fondate. È ormai ampiamente riconosciuto che gli allevamenti intensivi contribuiscono significativamente al cambiamento climatico, essendo strettamente legati ai problemi relativi alla sostenibilità e all’immenso consumo di risorse energetiche che la produzione di alimenti di carne e derivati richiede. Inoltre, un problema cruciale è la sofferenza inflitta agli animali, non solo negli allevamenti intensivi, ma anche nei test sugli animali, nella caccia, nella moda e nell’utilizzo degli animali per l’intrattenimento.
Il sentimento animalista tra gli italiani è in aumento e i dati dimostrano chiaramente questa tendenza positiva verso una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione. In particolare, gli italiani si oppongono alla vivisezione (76,6%), alla caccia (72,9%), alla produzione di pellicce (78,3%) e all’utilizzo di animali nei circhi (78,1%).
Nelle stime dell’anno precedente, una significativa maggioranza degli italiani si era dichiarata contraria agli allevamenti intensivi (72%). Questa contrarietà è decisamente marcata tra i giovanissimi, la fascia d’età compresa dai 18 ai 24 anni manifesta il rifiuto fino all’80,5%. Anche tra i 25 ai 34 anni la percentuale di opposizione è alta, raggiungendo il 77,5%. Sebbene tra gli over 64 la percentuale sia leggermente inferiore, al 69,1%, la loro posizione rimane chiara e coerente con le fasce più giovani.
Questi dati suggeriscono un crescente impegno verso una maggiore responsabilità etica, riflettendo un cambiamento culturale in corso che potrebbe influenzare positivamente il futuro del nostro Pianeta e dei suoi abitanti.
Fonte: https://www.leurispes.it/vivisezione-caccia-allevamenti-intensivi-cresce-la-sensibilita-degli-italiani-verso-il-benessere-animale/