Se c’è una parola che in quest’anno è echeggiata sopra le altre è “guerra”. Potremmo anche dire che ogni anno ha la sua guerra, di Siria, di Ucraina, del Sudan, del Golfo, basta consultare l’Atlante delle guerre e dei conflitti, anche nella sua versione online per vedere la superficie della Terra dilaniata da segni e legende che ci dicono una cosa sola: “Guerra!” e quindi distruzione, morte, stupri, generazioni falcidiate, fame, desolazione, emigrazioni.
E proprio perché di guerre ne nascono e se ne aggiungono ogni giorno, mentre a finirne ce sono molte meno, la Pace è quanto mai una cosa desiderabile. E non solo perché in occidente stiamo provando la sensazione di una guerra alle porte o addirittura dentro casa, ma perché numerosi conflitti sono già dentro la quotidianità di molti, basta fare cenno a disoccupazione, povertà incipiente, bullismo, ingiustizia sociale.
Da qualcosa bisognerà pure cominciare, le persone di buona volontà magari sono disorientate, ma possono apprezzare e aderire a una proposta che cominci a cambiare le cose. La marcia Perugia-Assisi 2016, ad esempio, è prevista per il prossimo 9 ottobre, e Papa Francesco ha appena visitato la città umbra simbolo della Pace e ricordo vivo di San Francesco. La Marcia fu ideata nel 1961 da Aldo Capitini, filosofo e intellettuale della non violenza al punto da essere riconosciuto come il Gandhi italiano, fondatore anche del Movimento Nonviolento e dell’Associazione Vegetariana Italiana, nel 1952.
Se Aldo Capitini, filosofo sì ma anche uomo pratico e concreto, potesse essere qui oggi, chiederebbe subito agli organizzatori della Marcia, fregandosi soddisfatto le mani: «Bene, bene! E per chi si marcia quest’anno?». Otterrebbe una risposta vaga. Perché da anni la marcia manifesta la volontà di Pace di migliaia di persone ma non si focalizza mai su di un conflitto o di una sua causa per fare in modo che questa Pace sia più vicina. Lo sottolinea Mao Valpiana che nei giorni scorsi ha divulgato un documento che risponde alla domanda “Perchè il Movimento Nonviolento non partecipa alla Marcia Perugi-Assisi 2016?”.
La mobilitazione, sarebbe meglio che non fosse fine a se stessa, perché rischia di diventare auto celebrativa e di allontanarsi dal suo significato più profondo: l’azione. Questo vale per tutte le espressioni di partecipazione, ma per la Marcia per la Pace a maggior ragione. Pensiamoci bene: un assemblamento, per quanto oceanico, di persone che vogliono la Pace non è molto significativo. La Pace la vogliamo tutti, nelle case come a scuola, negli uffici come in fabbrica, per le strade cittadine e in campagna: chi è che non vuole la Pace? Chi è che scientemente opera per avere la distruzione intorno e rischiare egli stesso la vita o quella dei suoi cari? Non è un tema al quale aderire a scelta, è il senso della vita in comune, è la Vita; tant’è vero che il suo contrario, la guerra, è sinonimo di morte. Si può scegliere se aderire alla Vita?
Ha senso quindi fare una Marcia per la Pace, senza un obbiettivo concreto da sottolineare, fortificare, raggiungere? Eppure ce ne sarebbero di conflitti da portare davanti ai riflettori dell’opinione pubblica mondiale, dicendo «adesso basta, salvate questa gente, operate con tutte le forze diplomatiche che avete, abbandonate le vostre lentezze burocratiche, che creano indifferenza!»
La seconda domanda che Aldo Capitini farebbe agli attuali organizzatori della Marcia e anche ai suoi aderenti sarebbe certamente questa: «E gli amici animali?».
Si è detto ai partecipanti alla Marcia di rispettare almeno per quel giorno un’alimentazione senza carni, meglio ancora, senza derivati animali? Come ha dichiarato recentemente Carmen Somaschi, presidente dell’A.V.I.: «Chi partecipa alla marcia per la Pace vuole cambiare il mondo, chi mangia senza uccidere gli animali, lo sta già cambiando». Paul McCartney ha da tempo istituito i Lunedì senza carne, e da allora molti hanno riflettuto sul nutrirsi o meno a base di vite degli animali non umani, e sono diventati vegetariani e vegani; una marcia annuale come quella di Assisi potrebbe chiedere ai suoi partecipanti di mostrare la Pace anche verso gli altri animali? Sì, potrebbe, e dovrebbe farlo.
Per questo motivo l’A.V.I. chiede agli organizzatori del tavolo annuale per la Pace di Assisi che, nel meeting dell’anno venturo includa almeno un menu vegetariano nella ristorazione che ogni anno accompagna l’incontro delle forze aderenti, questo per cominciare a unire gli intenti per una Pace a 360°; e chiede a chi fra pochi giorni parteciperà alla Marcia per la pace 2016 di portare nello zaino un cibo senza crudeltà da condividere con gli altri.
Ilaria Beretta
22 settembre 2016