Alla fine del secolo scorso già si prevedeva una rapida crescita del vegetarismo in Italia e si immaginava che nel 2050 il numero degli Italiani vegetariani avrebbe superato quello degli onnivori.
Noi dell’ A.V.I. consideravamo ciò soltanto un bel sogno, di difficile realizzazione. Ma ci sbagliavamo; nel 2002 l’Eurispes indicava in quasi 3 milioni gli italiani che non mangiavano carne e nel giro di pochi anni sondaggi della AC Nielsen rivelavano che il numero dei vegetariani in Italia era più che raddoppiato. Una recentissima indagine Istat ha confermato un incremento delle vendite dei prodotti vegani e vegetariani, con un costante calo degli acquisti della carne negli ultimi cinque anni. Infatti il 10% degli italiani si dichiara vegetariano e ciò ha comportato che nel 2015 per la prima volta da decenni, quanto speso delle famiglie italiane per l’acquisto di prodotti ortofrutticoli ha superato l’importo speso per i prodotti carnei.
Il nostro quindi non era un bel sogno; e con questo trend non è impossibile prevedere che “noi” vegetariani fra alcuni decenni saremo la maggioranza. Il nostro percorso, lento ma determinato, sta ora procedendo a ritmi sempre più incalzanti. Perchè il vegetarismo non è e non è mai stato una moda, anche se taluni, sempre meno numerosi, ancora lo sostengono. I nostri pionieri, Gandhi e Capitini su tutti, non possono essere sviliti con l’etichetta di “modaioli”.
Quando Pitagora nel VI° secolo AC affermava “Coloro che uccidono gli animali e ne mangiano le carni saranno più inclini dei vegetariani a massacrare i propri simili.” non lo faceva certamente per moda: e questa affermazione, rimasta viva nei secoli, risulta sempre più attuale.
Se le persone vegetariane continuano ad aumentare di numero, è perchè qualcuno prima di noi ha gettato le basi del nostro procedere di oggi. Noi siamo vegetariani perchè abbiamo compreso che cambiando abitudini, stili di vita, sfatando luoghi comuni, si può cambiare tutto ciò che per la nostra coscienza è sbagliato, violento e quindi improponibile. Siamo rivoluzionari di una nuova era, ma le nostre lotte non prevedono armi, conflitti, violenze e sofferenze; la nostra rivoluzione, partorita da una precisa presa di coscienza, non lascia sul campo morti, pianti, disperazione. La nostra rivoluzione disarma i violenti, perchè invece delle armi usiamo il dialogo, con l’obiettivo di avere un mondo più giusto e solidale sia per gli umani, sia per gli animali.
Siamo scomodi per chi pensa che solo speculando sulla sofferenza possa esserci prosperità e benessere. Siamo scomodi per la medicina basata sul clientelismo e che non informa abbastanza e correttamente sulla necessità di una corretta alimentazione, vera prevenzione di gran parte delle patologie che affliggono parte dell’umanità. Stiamo vivendo un periodo buio e materialistico dove tutto, in nome e grazie alla “globalizzazione”, è rivolto ad un sempre maggior benessere di pochi a scapito dei tanti, alla sopraffazione dei forti sugli esseri più deboli. Il più forte fisicamente ed economicamente sta contrastando e cerca di tenere in stato di soggezione una realtà composta dai più deboli, che però dispongono di altre forze: la morale, l’ etica la ragione.
La rivoluzione vegetariana sta avanzando nonostante la crescente ostilità di chi, preoccupato di perdere i previlegi dello status quo, mette in campo personaggi provenienti dai più svariati settori, che, pur di negare l’ evidenza dei fatti, non esitano a sostenere tesi puerili e ridicole.
“Oggi sappiamo per certo, ma lo abbiamo istintivamente sempre saputo, che gli animali possono soffrire esattamente come gli esseri umani. Le loro emozioni e la loro sensibilità sono spesso più forti di quelle umane. Diversi filosofi e capi religiosi hanno cercato di convincere i loro discepoli e seguaci che gli animali non sono altro che macchine senz’anima, senza sentimenti. Chiunque però abbia vissuto con un animale – sia esso un cane, un uccello o persino un topo – sa che questa teoria è una sfaccaita menzogna, inventata per giustificare la crudeltà.”
Isaac Bashevis Singer