Intervista a Beatrice Balzani responsabile Sales & Marketing di V Label Italia sull’andamento dei trend di mercato relativi ai burger alternativi alla carne.
Come sta evolvendo in Italia il mercato plant-based e in particolare quello del Burger a base di proteine vegetali?
Secondo i dati presentati nell’ultimo report di Unione Italiana Food, il mercato plant-based in Italia nel 2022 è cresciuto dell’8% rispetto all’anno precedente, arrivando a raggiungere un valore di mercato complessivo di oltre 500 milioni di euro. A trainare la categoria sono proprio i Burger e i piatti pronti plant-based, con una crescita a doppie cifre del 12%, accompagnati da gelati e dessert e dalle bevande vegetali, sempre più integrate nella dieta degli italiani.
Quando si parla di alternative alla carne tradizionale, si sente citare spesso il burger plant-based e il burger di carne sintetica, ma sono la stessa cosa?
I burger plant-based e quelli di carne sintetica sono due prodotti completamente differenti, che non hanno niente a che fare l’uno con l’altro, proprio per i loro ingredienti di diversa natura. I burger plant-based, infatti, sono il risultato di una lavorazione di materie prime di origine vegetale, che da sempre fanno parte della nostra tradizione culinaria mediterranea, come i legumi, i cereali e le verdure. L’innovazione di questi prodotti sta proprio nella lavorazione degli stessi ingredienti e nel processo delle materie prime, che vengono assemblate insieme per creare un prodotto nuovo, in linea con i trend di consumo del mercato e in grado di rispondere alle nuove sfide ambientali, demografiche e sociali.
Chi acquista burger plant-based è quindi consapevole di acquistare prodotti senza carne tradizionale?
Sono oltre 22 milioni i consumatori del Bel Paese che ad oggi hanno incluso regolarmente nella propria dieta prodotti plant-based (Fonte: Unione Italiana Food). Direi che questo dato è piuttosto chiaro: chi li acquista per la prima volta, poi li ricompra e sa bene cosa sono e di cosa sono fatti. Concordo inoltre con il medesimo report nell’affermare che il merito di questa distinzione efficace di categoria sia soprattutto dovuta alle etichette, chiare ed esplicite. Lo stesso marchio V-LABEL è un’identificazione immediata e trasparente per i prodotti vegetariani e vegani di tutto il mondo.
Pensa che ci sia ancora molta differenza tra l’offerta a scaffale di carne tradizionale rispetto alle alternative meat-free e plant-based?
L’offerta a scaffale dei prodotti plant-based in Italia è ormai complementare a quella della carne tradizionale. Coprono tutti i segmenti, garantendo una valida alternativa al consumatore, dalla marca privata a quella industriale, dal mainstream al premium. Tra le principali GDO Italiane, Esselunga è quella con il maggior numero di prodotti vegani a listino, seguita da Conad, Coop, LIDL e Eurospin. In V-LABEL, inoltre, stiamo lavorando con le GDO di tutta Europa per consolidare un progetto di comunicazione claim-oriented, valorizzando il driver vegetariano e vegano dei prodotti a marca privata con il V-LABEL, scelto proprio per la sua trasparenza, sicurezza e affidabilità nell’ambito della certificazione di prodotti vegetariani, vegani e raw vegan.
Di Nadia B.