Il 14 aprile 18.000 mucche sono morte a causa di un’esplosione, seguita da un incendio, in un allevamento del Texas. Le cause dell’incidente non sono ancora note ma, secondo fonti locali, l’esplosione potrebbe essere stata generata dal surriscaldamento dell’impianto di scarico dei fumi del letame.
Dal 2017 al 2021 in Texas si contano almeno 3 milioni di animali di allevamento morti a causa di incendi o altri incidenti.
Questo dovrebbe farci riflettere su quanti animali vengono allevati, detenuti e uccisi per il consumo di carne e latticini, non solo in questa zona del mondo ma in generale. Soprattutto farci riflettere sulle condizioni in cui 18.000 animali potevano essere detenuti in uno spazio seppur considerevole mai adeguato ad un tale numero.
18.000 animali morti in un singolo incidente ma che erano comunque destinati all’industria della carne dopo aver prodotto centinaia di litri di latte per la produzione di formaggi.
Eppure sui social sono a centinaia i commenti di dispiacere di cordoglio per animali morti in questa tragedia e forse manca la consapevolezza in chi ha commentato che quegli stessi animali, dopo una vita di detenzione e sfruttamento, sarebbero comunque morti senza una ragione se non quella alimentare.
“Nella tragedia mi conforta il pensiero che molte persone, pur non avendo scelto uno stile di vita vegetariano e vegano, ancora sono in grado di mostrare empatia verso gli animali. Questo mi fa pensare che c’è un animo veg in ognuno di noi, in alcuni è solo latente: attende un attimo di consapevolezza e coerenza per emergere”, questa è la dichiarazione del Presidente dell’Associazione Vegetariana Italiana, Carmen Nicchi Somaschi, intervistata per commentare l’accaduto.
Celestina V.