Il prossimo 30 novembre leaders politici di diverse nazioni si incontreranno a Parigi per partecipare all’ ennesima “Conferenza sul Clima”, dalla quale dovrebbero scaturire accordi vincolanti finalizzati alla riduzione dei gas serra in modo da scongiurare o per lo meno rallentare l’innalzamento della temperatura sul nostro pianeta.
Alla vigilia di questo evento domenica 29 a Roma, in concomitanza con altre città italiane e di tutto il mondo, è prevista una “Marcia per il Clima” per stimolare i leader mondiali a prendere decisioni immediate e concrete.
L’ Associazione Vegetariana Italiana (A.V.I.) invitando a sostenere ed a partecipare a tali encomiabili iniziative si sente in dovere di esprime alcune riflessioni al riguardo.
Negli ultimi anni un sempre maggior numero di noti o ignoti si sono verbalmente mobilitati esprimendo pareri su temi quali l’ ecologia, le fonti di energia pulita rinnovabili e non inquinanti, su provvedimenti per arginare l’effetto serra, un fenomeno che ultimamente sembra preoccupare tutti e non è più considerato da nessuno un’invenzione di qualche ecologista esaltato o di qualche scienziato pazzo. Finalmente sembra che tutti si siano accorti che se non si interviene subito la nostra fine è dietro l’angolo. E’ iniziata la corsa in TV e sui giornali dei soliti politici, giornalisti, opinionisti, esperti; tutti a pontificare soluzioni per un futuro migliore e più pulito, evitando così il disastro più o meno imminente. Si cercano energie pulite ecocompatibili, e molti ci hanno già visto un colossale affare per il futuro. Ma come al solito l’importante è dare sempre la colpa agli altri, cercare di risolvere le cose dando spazio solo a quello egoisticamente ci interessa,, senza però rinunciare a nulla in prima persona.
Così spesso chi è così bravo a fare la diagnosi a questa Terra sempre più gravemente ammalata, e propone soluzioni, non rinuncia certo alla sua bistecca quotidiana.
Ma è anche, in gran parte, da quello che mettiamo quotidianamente nel piatto che dipende il futuro del nostro pianeta e dei viventi che lo abitano.
Si continua allegramente a consumare carne, senza sapere, o peggio, facendo finta di non sapere che la stessa FAO dichiara in continuazione che gli allevamenti di animali a scopi alimentari sono una delle più grandi minacce per l’ambiente, contribuendo all’effetto serra, all’inquinamento dell’acqua, alla distruzione della biodiversità.
Ben il 18% delle emissioni di gas serra sono generate dall’industria della carne, mentre la filiera dei trasporti è responsabile del 13%. Gli allevamenti occupano oltre il 26% di territorio mondiale e il gran parte della deforestazione dell’Amazzonia avviene per adibire le aree disboscate è adibito a pascolo.
Tenendo conto che entro il 2050 con questo ritmo si arriverà al raddoppio della domanda di carne, la situazione è pesante se non ormai irreversibile.
I dati sono impressionanti, ma pochi, anche fra gli “ambientalisti” più accaniti, ne parlano. Dietro ci sono gli interessi di un’industria potentissima che fa la sua fortuna sulla sofferenza e la strage di miliardi di esseri senzienti.
Eppure il modo per porre fine a tutto questo ci sarebbe, e tutti noi potremmo essere protagonisti di un colossale cambiamento, comportandoci secondo natura, cioè praticando un’ alimentazione vegetariana. Troppo difficile? No: 6 milioni di italiani, insieme a decine di milioni di europei, l’hanno già fatto.
Onide Venturelli
Vicepresidente Associazione Vegetariana Italiana