“E spezzeranno le loro spade per fare vomeri, e le lance per fare zappe; l’una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non impareranno più a far guerra.”
(Michea, IV, 3)
In questo articolo parleremo del rapporto tra il vegetarismo e le religioni, con la speranza di vedere presto l’alba di un mondo migliore. Innanzitutto preciso che, a parer mio, le religioni sono parte morale dei popoli e rappresentano, o dovrebbero rappresentare, la parte migliore di coloro i quali decidono per scelta, o per nascita, di seguire una religione.
È giusto che ognuno di noi, se lo desidera, abbracci una religione e ne segua gli insegnamenti. È sbagliato pensare, e ancora peggio agire come se la propria religione fosse la Suprema Verità, considerando le altre religioni piccole verità.
La storia è ricca di guerre, massacri e crimini compiuti in nome della religione, dove ci si è completamente dimenticati dei suoi Insegnamenti, qualunque essa sia. Leggendo i Testi Sacri, dalla Bibbia alla Bhagavad Gîtâ, dai Salmi al Dhammapada, dal Corano al Vangelo, possiamo trovare solo incitamenti ad amare il prossimo, a comprendere e sostenere i più deboli, a ricercare e sostenere la Verità, a dedicare la nostra vita a una elevazione spirituale tale da comprendere gli insegnamenti Divini.
Ma se la nostra chiave di lettura è priva di discernimento, se si ha la convinzione di essere i migliori in assoluto, ci si può ritenere superiori alle stesse Leggi Divine, e armarsi e fare la guerra è logica conseguenza.
Da vegetariana convinta non posso che porre l’accento sulla lettura errata del Quinto Comandamento: non uccidere. Uccidere implica togliere la vita, in tutte le forme in cui essa si manifesta. La vita è nell’uomo, negli animali, nelle piante e, perché no, anche nelle pietre!
Ora, alcuni preferiscono usare la frase “non commettere omicidio”, ma questo non è altro che negare un comandamento. Ciò porta inevitabilmente a una pratica che molti, anzi moltissimi, non sono in grado o non vogliono seguire: il vegetarismo.
Credo che ogni Religione porti con sé insegnamenti etici, giusti e importanti, tuttavia non possiamo dimenticare che, inevitabilmente, sottostanno alla lettura e all’interpretazione che gli umani ne fanno.
E spesso gli uomini sono così umani da trascurare tutto ciò che non comprendiamo o non vogliamo comprendere, cedendo con la rabbia e con l’orgoglio alle guerre.
“I saggi considerano uguali di un Brâhmana (sacerdote) dotato di saviezza e d’umiltà, una vacca, un elefante e perfino un cane ed un senza casta.”
(Bhagavad Gîtâ, V, 18)
“Lo Yogi, dedito alla devozione, che da ogni lato tutte le cose considera uguali, vede se stesso in tutte le creature e tutte le creature in se stesso.”
(Bhagavad Gîtâ, VI, 29)
Quella dell’uomo contro gli animali è una guerra che dura da secoli, anzi millenni.
Aldo Capitini, pacifista, divenne vegetariano proprio per questo. Contrario a tutte le guerre, non solo espresse la sua disapprovazione a parole, ma iniziò di persona a disarmarsi anche verso gli animali, diventando vegetariano e fondando la nostra associazione.
Carmen Somaschi
Articolo tratto dalla rivista L’idea Vegetariana N°143 – 11 novembre 2002